Ogni giorno devi disfarti del tuo passato oppure accettarlo e, se non riesci, diventi scultore. L. Bourgeois
Louise Bourgeois era assolutamente convinta dell’inutilità dell’analisi. Non amava le parole, le viveva come un tradimento del più profondo senso di sé. Eppure, parole ne ha lasciate: poter leggere i suoi diarii, le interviste rilasciate, è un grande dono. Nei suoi scritti la si percepisce mai distratta da sè, concentrata sulla necessità di continuare ad incontrarsi, facendo i conti con il proprio passato, con i fantasmi dell’infanzia e della vicenda familiare e con i ricordi che solo il corpo conosce.
Certo, leggendo Distruzione del padre. Ricostruzione del padre si può percepire la differenza tra le parole, nude e forti, passate attraverso l’opera d’arte
…venute al mondo attraverso quell’opera, come se fosse una porta, il grembo di una donna…
e quelle solo pensate più deboli e confuse, spesso ripetute, come ossessivi pensieri notturni.
Passare attraverso un’esperienza autentica cambia una persona e avvicina le sue parole ad una possibile Verità. Per un artista, per L. Bourgeois sicuramente, è il lavoro artistico la forma principale di esperienza autentica. Sperimentava molte forme d’arte, ma si definiva uno scultore. Per lei la scultura era la forma d’arte che garantiva il maggior contatto con il corpo. Se guardiamo i suoi disegni, le sue grafie, messi a confronto con le sculture, o con l’impatto percettivo delle Cells, sono flebili, ripetuti all’infinito, come dovesse farne in quantità per compensare l’assenza di materia. Assomigliano più alle parole solo pensate che a quelle passate attraverso l’opera tridimensionale. Più forte era il contatto che poteva produrre con suo il corpo, con l’inconscio corporeo, più precisa e calzante era l’esperienza che la cambiava. Aveva fatto della sua ricerca artistica il suo mezzo di conoscenza, narrazione, trasformazione.
Trovo sia importante per un arte terapeuta poter leggere una testimonianza così diretta e vivida di come l’esperienza artistica, il working through espressivo, garantiscano un contatto mente/corpo, il flusso dal corporeo al mentale attraverso il corpo emotivo e un accesso alla parola quindi più vivo, ma insieme più mediato.
Conosciamo artisti che hanno soddisfatto nella spinta e nella produzione artistica il loro esistere; altri per i quali l’ oltre è stato il pensiero sull’opera d’arte, sui suoi rapporti con lo spirito, con la filosofia.
Per L. Bourgeois è stata garanzia di salute mentale, possibilità di vagliare i ricordi, di esorcizzare i fantasmi.
L’artista è un lupo solitario. Ulula tutto solo. Il che però non è così terribile, perché lui ha il privilegio di essere in contatto con il proprio inconscio. Sa dare alle sue emozioni una forma, uno stile. Fare arte non è una terapia, è un atto di sopravvivenza. Una garanzia di salute mentale. La certezza che non ti farai del male e che non ucciderai qualcuno. L. Bourgeois
Avevo scritto tempo fa su di lei, in modo molto più stringato di te, ma mi fa piacere lasciarti comunque questa traccia. Ciao!
http://lasolitudinedellemadri.blogspot.it/2009/05/louise-bourgeois-i-ragni-le-madri.html
Ciao Marilde! grazie! ora vado. Un abbraccio. Cecilia
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