Mi piace il video che trovate più sotto, montato e caricato nel 2008 da New MusicXX sulla composizione Rothko Chapel di Morton Feldman
Mi piace perché il montaggio mi ha consentito di vedere in modo focalizzato quanto Rothko abbia per noi, per me almeno, mediato l’Infinito.
Certi tagli delle slide che scorrono, consentono di assistere alla nascita di mondi. Luce e tenebre si dividono o uniscono con un fremito incandescente.
In qualche opera lo spazio che prende vita TRA appare compassionevolmente velato. In altre amplificato e accecante. Quando la slide allarga all’opera intera, ogni nascita compare racchiusa in una cornice, garanzia del possibile.
Mi sono ritrovata a pensare a Elemire Zolla in Archetipi (1981, introvabile):
La poesia è ciò che la cosmogonia descrive: il silenzio che parla, il vuoto che genera il cosmo.Le cosmogonie si possono leggere come trattati sulla poesia.
Il silenzio vibra. La vibrazione assume un ritmo. Diventa un intersecarsi di ritmi. Questi assumono forme visibili, luminose…
Buona visione!