Questo post è per salutare tutti coloro che mi seguono e leggono. Il momento è particolare, la vita mi richiede di riservare forza e attenzione, di tenere aperto il mio Luogo per una persona molto cara cha ha passato un brutto momento. Ora sta meglio, ma la ripresa richiede quella presenza totale che ci sentiamo di dare a chi amiamo. Non scriverò per un po’ di tempo. Vi penso tutti e vi saluto con una poesia.
Il boschetto di betulle
S. Heaney
In fondo al giardino, a portata del suono del fiume,
in un angolo cinto da un muro come i bagni o il forno
di un’abbazia senza tetto o una villa romana
dal pavimento dissestato,
hanno piantato il loro boschetto di betulle. Piantato
di recente
ma già tutte le mattine esso mette fuori i suoi getti nel sole,
come loro già maturi da tempo, il bianco della corteccia
soffuso e fresco come il bianco della camicia da notte
in cui lei si china e rialza, versando il tè,
seduta davanti a lui che dondola un sandalo
sul suo piedone che batte il tempo, nudo come quello di un abate.
Mattoni rossi e lavagna, prugno e melo conservano
la loro credibilità, un cd di Bach si dipana
per l’aria di tutti o del giardino. Sopra di loro la scia
di un jet
si allarga e ondeggia come una bacchetta di salice
o una candela.
“Se l’arte insegna qualcosa” dice lui, infilzando la vita
con una citazione, ” è che la condizione umana è privata”.
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