prima di lasciarmi trovare dal Tao, devo premettere qualcosa che in parte mi gratifica, in parte mi irrita. Sta lì e mi intralcia nello scrivere.
Mentre lavoravo su questo passaggio così delicato a dirsi, leggendo il Tao, creando, scrivendo, offrendo il nuovo spunto alle persone con cui lavoro, ho acquistato quello che credo sia l’ultimo libro di C. Bollas, autore che amo e leggo con gratitudine da quando l’ho incontrato in libreria la prima volta. Ero felicissima, il titolo essendo La mente orientale- Psicoanalisi e Cina
Il libro vaglia e attraversa il Tao e parla della Forma del senza forma in termini così simili a quelli che stavo usando da lasciarmi senza parole. Certo ero felice, ma mi sono anche detta: nessuno mai, cara la mia ragazza, potrà più pensare che non hai copiato. Non è la prima volta che mi capita, e mi capita sempre con autori che amo, per cui ho finito per pensare che lasciano in me semi che si sviluppano in una certa direzione. O li amo perché sono un po’ della loro stessa razza, fioriamo similmente (loro in grande, io in piccolo) e questo anche se sono lontani e mai conosciuti, mi dà un senso di appartenenza che viaggia parallelo a quello che mi offre il mondo dell’ArteTerapia.
Durante l’estate scorsa mentre leggevo il Tao, il capitolo 14 mi ha trovata; si è presentato e ha cominciato a dare nomi senza emettere suono, a …Eccolo
Guardato ma non visto – è al di là della forma.
Sentito ma non udito- è al di là del suono.
Toccato ma non afferrato – perché è intangibile:
il Tao resiste all’analisi e sfida la comprensione.
Il suo sorgere non dà luce,
il suo tramontare non porta buio.
Innominabile, ininterrotto, continuamente emergente
e continuamente ricadente nel nulla.
Forma senza forma, immagine senza immagini.
Si chiama indefinibile e si pone oltre ogni immaginazione.
Esiste da prima – non ha avuto inizio.
Seguilo e vedrai che non ha fine.
Resta con il Tao, muoviti nel presente.
Conoscere l’antico principio è l’essenza del Tao
Lao Tzu, Tao Te Ching
Mi sono trovata grata per essere stata toccata così profondamente.
Quando penso alla forma del senza forma, penso a una Madre delle Origini…
Una amica che è davanti, sulla strada del Tao che io nemmeno ho iniziato, mi ha detto poco tempo fa che il Tao viene detto Origine Materna di tutti gli esseri. Un altro toccante regalo.
…che non trasmette la forma che ha perché chi non ne ha possa trovarne una. Penso a una capacità materna di permanere in assenza di forma perché la forma possa nascere. Penso al Sé. Penso a Marion Milner quando racconta lo spazio interiore e creativo che sperimenta nella concentrazione corporea ne L’alba dell’eternità e ci mette in contatto con uno spazio interiore che ha le qualità della Madre delle Origini.
Penso a qualcosa come il Tao, qualcosa molto difficile da mettere in parole perchè subito viene tradito dal tentativo.
Penso al creare. Al momento in cui, nel creare, il tempo scorre senza scorrere.
E quando scrivo penso, in realtà seguo qualcosa che sta a metà tra il corpo e l’immagine eppure è pensiero, anche se non ha bisogno di esserlo.
Mi piacerebbe fare un seminario su questo, no, non un seminario, qualcosa che possa abitare questa dimensione, di trasformazione in trasformazione, sapendo che noi una forma ce l’abbiamo, che noi siamo la forma.
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