L’altro giorno Word Press mi ha avvisata via mail che c’era un commento su un articolo scritto tempo fa: Certe vecchie signore, in cui si legge di Baba Jaga, della signora Holle che elargisce rospi che escono dalla bocca, anziché petali di fiori e pietre preziose.
Mentre leggevo il commento, mentre rispondevo, mentre ne arrivava un secondo, mi è successo qualcosa…Mi sono ritrovata grata e piena di nostalgia.
Grata per il commento ( ne arrivano veramente pochi), perchè mi ha spinto a rileggermi, perchè la lettrice mi segnalava anche il possibile sentire di chi legge. Ecco, riporto qui sotto il secondo commento, per intero, con un copia- incolla.
Grazie a lei per la risposta e la gentile accoglienza!
Sì, purtroppo i blog vengono seguiti moltissimo, ma assaporati di nascosto. Questo è un po’ frustrante per chi scrive.
È sempre auspicabile un feed-back, anche perché (dal mio punto di vista) è attraverso il confronto con l’altro che si cresce, si impara e ci si trasforma.
Non per consolarla, ma da lettrice le confesso che a volte, di fronte alla cultura (qui nel suo blog ce n’è molta!) ci si sente stupidi ad esprimere semplicemente ciò che si sente .. ma è giusto smettere di pensare al sapere come ad un totem, no? Tutto è sapienza.
La seguirò. Grazie ancora!
S.
Grata perchè mi ha fatto sentire quanto, a volte, il bisogno di dare tutte le tracce teoriche che mi consentono di arrivare a un pensiero sulla professione, mi spinge a scrivere articoli ingolfati di nozioni.
Il mio Ammiratore Conosciuto, legge e sistematicamente dice: ma ti sei letta? lo vedi com’è denso? se prendi e scrivi distesa ci fai quattro articoli.
Mi chiedo per chi scrivo quando scrivo così. Credo di scrivere soprattutto per le allieve del Programma di Formazione A.T.I.; credo di usare lo spazio blog per preparare tracce di seminari. Credo di scrivere per chiunque sia Arte Terapeuta…Sarà anche l’età, il desiderio di lasciare una traccia.
Ma come essere sicura fino in fondo che non ci sia di mezzo anche la paura? paura che un materiale che è vivo solo quando è nell’esperienza, che è difficilmente trasmissibile, non sia accettabile se non validato da tutto un traffico di collegamenti teorici…E, come essere sicura che non ci sia di mezzo il totem di cui scrive S.?
Ma comunque, così facendo, presa come sono dall’amatissimo lavoro, perdo di vista il blog nel suo insieme, il blog com’era nato.
Per aprire, non per chiudere. Per esplorare. Per scambiare anche momenti di leggerezza.
Sicuramente Baba Jaga ha arricciato il naso per tutto questo tempo. O forse no, s’è semplicemente annoiata, mi ha voltato la schiena e lasciata lì, orfana e tristanzuola. Da questo nasce la nostalgia.
Le ho dedicato un’opera, cercando di farmi perdonare. Lei, un po’ perplessa e in attesa sulla soglia.
In alto una Vassilissa che ha ancora molte cose da imparare…Del resto le due non sono separabili…
Che meraviglia …
In tutto ciò, chi si ferma qui, si ferma grazie alla “densità”, perché essa è segno di sostanza e non di vacuità, perché “annusa” un luogo raro e speciale … 😉
ciao Stefania!