I capitani Coraggiosi de Le Stanze del Sé , Michela Caccavale, Serena Rinaldi e Samuela Staccioli nel Convegno sulle Arti Terapie del 2015 ci offrono la possibilità di ripensare l’importanza dello sguardo nelle Arti Terapie.
Quando guardiamo, vediamo? Vediamo veramente? siamo capaci di stare di fronte all’altro con la consapevolezza che il nostro sguardo può essere tinto da giudizio, pregiudizi, emozioni e vissuti del momento…E, come posso dire all’altro ti vedo, senza usare la parola? Come posso essere presente senza nemmeno sentire il bisogno di usarla, la parola?E come vorremmo che lo sguardo dell’altro ci accarezzasse?
Ogni volta che scrivo sullo sguardo, racconto o penso lo sguardo mi si presentano nella mente le parole di John Berger nella pagina finale di My beautiful, che descrivono il suo incontro con un Angelo di Luca Della Robbia al museo del Bargello a Firenze.
L’angelo era bellissimo. Mi riferisco alla sua presenza, non alla sua riuscita come opera d’arte. Ho fatto un disgno per cercare di capire meglio l’espressione del suo volto. E, mentre disegnavo ho capito qualcosa di molto diverso.
Il suo viso vi dà la certezza che vi sta guardando. Qui la bellezza non è quel che vi piace contemplare, ma ciò da cui volete essere guardati! La bellezza è la sperenza di essere riconosciuti dall’esistenza di quello che state guardando e di esservi inclusi.
Ho sempre pensato sia questo lo sguardo che cerchiamo e che possiamo offrire. Lo sguardo di chi riflette l’ esistere nello stupore e nel rispetto della reciproca presenza. Ogni incontro, ogni sguardo sempre come nuovo di fronte alla meraviglia che è l’Altro. Facile? No. Ci perdiamo per strada? Spesso e volentieri! Ma se lo sappiamo, se sappiamo quanto vale tutto questo, se almeno per un attimo siamo capaci di vedere, siamo già a buon punto.
Come scrivono i capitani coraggiosi:
Riteniamo importante, alla luce del progetto realizzato e dei percorsi offerti e di quelli possibili, dedicare un’attenzione particolare al tema dello Sguardo che ogni individuo e quindi la società porta con Sé, riflettendo sulla necessità di sospendere il proprio giudizio e di annullare la distanza che ci separa, per accogliere con stupore la diversità dell’Altro e scoprirne così la ricchezza (dai contenuti del Convegno sulle Arti Terapie 2015).
Lo sguardo nel convegno viene portato sulle persone diversamente abili: riusciremo a ricambiare, la presenza e la mancanza di giudizio con cui ci guardano? Quel sentirsi nudi e veri e vivi di fronte a loro…Quell’essere oggetto di tanta bellezza…?