Essere terapeuta è prima di tutto il privilegio di poter entrare in una profonda relazione con l’altro. Un terapeuta non esiste senza i suoi pazienti e i pazienti sono i suoi migliori alleati nella terapia: è il paziente a sapere cosa non va e cosa può funzionare. A portare i sintomi e, da qualche parte, anche la soluzione. Essere arte terapeuta è il modo che io ho scelto come quello in cui più mi ritrovo e in cui credo di poter dare il meglio di me.
Fare arteterapia significa anche studiare, riflettere, condividere. Per cui qui di seguito intendo mettere ciò che ho scritto e scrivo. qualunque articolo anche se compare sui post comparirà anche in questa pagina.
Intanto per affetto, la Tesi per il diploma di formazione quadriennale A.T.I. Contiene le riflessioni sulla relazione terapeutica con un bambino autistico, la domanda e la possibile risposta su cosa sia utile in arteterapia per creare una continuità, uno sfondo relazionale su cui potersi muovere quando si lavora con persone affette da questa patologia così particolare.
Contiene anche tutta la mia nascente passione per l’incontro con l’Altro, l’arte terapia e gli strumenti che offre…
ora “Il sasso in bocca”, scritto da poco. Non so ancora se sia una versione definitiva, è possibile che venga pubblicato con dei cambiamenti; è però la prima, quella che amo di più. Ho pensato di metterlo come secondo testo in questa pagina perchè è anche un punto di arrivo (per poi ripartire) delle riflessioni che nella tesi compaiono in forma iniziale: quelle sull’estetica primaria, sull’importanza dei materiali come voce narrante di ciò che la mente ancora non conosce, come espressione dell’idioma del terapeuta in negoziazione con quello del paziente.
Il sasso in bocca
13 Novembre 2011, ecco le mie riflessioni su Arte Terapia e Movimento Autentico
Arte Terapia e Movimento Autentico
belli, densi, autentici, grazie per averli condivisi