Beuys e la sacralità della natura

Mi trovo a disagio: come arrivare alla cera e a Beuys senza qualche traccia su questo artista?

Ancora più a disagio: come faccio a raccontare qualcosa di significativo su Beuys senza disperdemi e partendo, come non bastasse, dal fatto che il mio personale incontro con Beuys è così vicino all’essere da non aver per me bisogno di parole? Davanti all’opera di Beuys entro nella risonanza, nel linguaggio dell’effettività, vicinissima a una verità chiara e senza parole che è la mia ma che il suo lavoro attiva.

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Forse partendo da qualche nota biografica ben collegata alla …cera?

nasce nel 1921 a Cleve in Germania e trascorre l’infanzia in profondo contatto con la natura, s’innamora di ogni elemento della natura che incontra, lo raccoglie e conserva per poterlo conoscere…

intendo, come sempre, l’amore per il conoscere, non la conoscenza accademica intorno a… intendo il diventare l’oggetto per conoscerlo…

…incontrando così il senso del sacro, come racconta in interviste successive. Cresciuto in un ambiente ricco di nutrimenti naturali ed artistici riceve però, come ogni altro giovane tedesco dell’epoca, un’educazione nazista che non gli si confà e si trova in periodi diversi e con diverse funzioni chiamato  a combattere. 

Durante una azione in Crimea, alla guida di un caccia bombardiere subisce un incidente, precipita e, rimasto in stato di incoscienza sotto la neve, viene soccorso  da una tribù di tartari che  per salvarlo lo cospargono di grasso animale e avvolgono in coperte di feltro e ne accompagnano il ritono alla vita.zgbdc5-6a2se3fze6w1a5ohvh8c-original

Le versioni di ciò che avviene in seguito sono  diverse, ma comunque Beuys visse quell’incontro, quella cura primordiale e primaria come una sorta di evento iniziatico.

Dopo la fine della guerra – è nel frattempo tornato al fronte e nuovamente rientrato- si riavvicina all’arte, ancora come forma accademica, senza trovare sollievo; sono due gli incontri che gli restituiscono calore – non più quello del grasso e del feltro, ma quello che ne è la controparte psichica e spirituale -a lo aiutano dare senso e coesione alle sue dotazioni individuali e alle vicende di vita:

l’incontro  con i fratelli Van der Grinten grazie all’accoglienza dei quali potrà tornare a lavorare la terra ritrovando una connessione affettiva con la natura

e quello con la filosofia di Rudolf Steiner, con l’antroposofia (per avere una base minimalissima sul pensiero di  Steiner cliccate: troppo complesso affrontare qui una tematica di cui per altro non ho la presenzione di sapere a sufficienza), soprattutto attraverso la lettura di La filosofia della libertà.

calore, amore, ardore: quelli delle materie donate dagli animali, quelli della terra e infine della capacità di compassione  dell’esser umano. Quelli possibili nell’uomo per la creatività, la verità, la consapevolezza, la sacralità della natura. La responsabilità verso l’anima mundi in tutte le sue forme…

Da questo momento Beuys esce dallo stato di trauma e depressione attraverso la dedizione a un’arte che non ha più nulla di accademico.  L’arte è un compito morale, un atto terapeutico che coinvolge parimenti autore e osservatore. L’artista, come uomo risvegliato ha un compito terapeutico che nasce dal calore dell’amore per tutto ciò che vive e adempie al suo compito attraverso la capacità di utilizzare la materia per dare vita al suo messaggio.

da questo momento in poi tra i materiali naturali che Beuys utilizza saranno sempre presenti la cera, il miele, il grasso animale, il feltro.  Prodotti dell’innocenza degli animali sacrificati, e quindi resi sacri  da ciò che costantemente offrono all’uomo. Una offerta senza condizioni, una resa che sostiene l’evoluzione dell’essere umano.

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Ape regina 1. Cera su supporto di legno, 1952

Per questo molte delle opere di Beuys e delle sue performance sono in stretta relazione con gli animali, come nella lunga performance in cui addomestica un Coyote vivendoci insieme.

 

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L’incontro tra naturale e la capacità -che è solo dell’uomo- di plasmare ciò che è materia naturale è Creatività. L’autore è responsabile del suo messaggio ( forma e contenuto). L’osservatore è mosso  a incontrare attraverso l’opera ciò che è in attesa di risveglio nel suo mondo interiore. Le opere divengono autonome nell’incontro con l’altro: la creatività e il suo frutto sono un messaggio di libertà e amore.  

Non vado oltre, ho scritto ciò che mi aiuterà a entrare nei massi di cera: mi limito ad invitare chi non conoscesse Beuys a incontrarlo: internet, mostre, libri: per esempio  Difesa della naturadif

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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